E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





domenica 22 agosto 2010

IL PARERE DI UN CITTADINO SUL PROGETTO MARINELLA

Riceviamo da una cittadina di Sarzana e pubblichiamo queste note a proposito della salvaguardia e del recupero del nostro territorio e del ruolo che avrebbe il Progetto Marinella


...che poi, quando si parla di degrado e si porta ad esempio la 'sterpaglia'...ce ne fosse di vegetazione. E gli stessi casali diroccati - che ha senso recuperare, ovvio - di per sé non sono affatto lesivi, almeno 'esteticamente', del paesaggio d'insieme che si presenta ai turisti o agli stessi locali che quotidianamente attraversano quelle zone. A livello ben più superficiale - non mi addentro per incompetenza in questioni tipo depuratori, qualità pessima delle acque (sempre più evidente) - basterebbe una pulizia più capillare dell'arenile, delle zone limitrofe: aree parcheggio, lo stradello sterrato dove tutti parcheggiamo e la stessa litoranea. E' impensabile che una zona frequentata - nonostante tutto - da centinaia di persone, possa rimanere intonsa.

A meno che la trascuratezza e l'incuria non serva 'politicamente' a dimostrare che 'qualcosa bisogna fare e urgentemente? ....e magari un campo da golf...

Di recente sono stata a Gressoney, dove non tornavo da anni, e la visione del campo da golf realizzato sulle sponde del Lys mi ha fatto un brutto effetto: così innaturale, falso. Forse anche qui chi è favorevole al piano Marinella insegue quest'ideale distorto: una specie di cartolina, senza troppo curarsi della storia di un territorio, delle sue caratteristiche specifiche, della sua naturalità.

E la zona archeologica: che fine ha fatto nel piano Marinella? E' vero che la costa anticamente era ben più bassa ma è così avvenieristico pensare di non perdere per sempre quel che potrebbe stare là sotto?

E, nel piano Marinella, che fisionomia dovrebbe prendere la spiaggia. Resta tale?

Certo, in questi anni avrebbero dovuto pensare piuttosto alla qualità delle acque (più simili al pantano di uno stagno inquinato che a 'mare') e poi a quel punto cercare di capire come intervenire su un territorio comunque da riqualificare o piuttosto indirizzare (perché in una bella area umida puoi fare percorsi tematici, centri studio...) ma visto che così non è stato, facciamo tutto al contrario! Risistemiamo tutto, e poi?

Le barche di lusso che dovrebbero attraccare qui, ci useranno - giustamente - come stazione di sosta, per andare in Sardegna, in Corsica, nell'Isola che non c'è...tutto pur di non fare il bagno qui da noi.

Si ipotizzano centri sportivi di ogni sorta, poli commerciali futuribili e tutto questo su una terra che era bella così...e un visitatore minimamente colto e sensibile questo cerca. A me non sembra che un territorio debba mostrarsi per quel che non è, ma sicuramente può offrire il meglio rimanendo se stesso: e in questi anni tutti i turisti che per lavoro ho incontrato questo mi chiedevano, non certo la cartolina ma la cura di quel che c'è.

Fra l'altro, dal momento che lavoro stagionalmente nel campo turistico, mi capita spesso di incontrare turisti stranieri 'spaesati', perché - al solito - non riescono a districarsi in mezzo a questo 'scandalo' della privatizzazione massiccia dell'arenile. Negli anni la privatizzazione delle spiagge ha fatto passi da gigante. Per trovare un fazzoletto di spiaggia libera- sporco - senza essere del posto, bisognerebbe parcheggiare la macchina da qualche parte e cominciare a battere a tappeto tutti gli stabilimenti. Perché di fatto non esiste una segnalazione chiara di dove possono andare i bagnanti che non possono spendere venti euro al giorno per ombrellone e sdraio. Questo è capitato ai miei 'malcapitati turisti'. La privatizzazione è 'obbligatoria'? Va bene: almeno segnaliamo in maniera chiara e ben visibile quelle zone dove si può andare liberamente (le banalissime bandiere? Quando andavamo al mare una volta le guardavamo sempre per capire se il mare era mosso o no...bene, segnaliamo anche la possibilità di accesso.
R. Petacco

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