E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





venerdì 20 agosto 2010

Storie o faole, per non dimenticare

Pubblichiamo alcune interessanti riflessioni dell'Assessore all'Ambiente del Comune di Ameglia sul Progetto Marinella

La storia dovrebbe insegnarci a non ripetere gli errori del passato; questo però sembra non accadere nel nostro territorio dove si stanno per prendere decisioni fondamentali per la sua riqualificazione ,dimenticando gli esiti di scelte poco lungimiranti fatte negli anni passati. Proprio per questo vorrei raccontare 2 storie che spero facciano riflettere . Durante gli anni 60 , tutti gli abitanti del nostro comune , attingevano l' acqua potabile da 4 pozzi esistenti nella nostra piana , alimentati dalle falde acquifere del Fiume Magra finché un bel giorno del 1968 , dai rubinetti di tutte le abitazioni , cominciò ad uscire acqua salata.e, sempre nello stesso periodo , nella piana agricola in località Senato, tutte le piante di ciliegio , che davano sostentamento ai contadini della zona , seccarono e, tutto ciò, a causa dell'infiltrazione del cuneo salino nelle falde acquifere dovuta alle escavazioni selvagge che in quegli anni venivano effettuate nel letto del fiume Magra, privando così i cittadini di un bene pubblico e prezioso come l' acqua.Questi fatti dovrebbero insegnarci che qualsiasi intervento particolarmente invasivo, come sarebbero inevitabilmente le escavazioni per la realizzazione della darsena prevista nel progetto Marinella ,debba essere particolarmente ponderato avvalendosi di tutti gli strumenti tecnici che, fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione, evitando così di mettere a repentaglio l' approvvigionamento idrico di circa 400.000 persone ( somma delle popolazioni residenti nelle province di Massa Carrara e La Spezia, che vengono servite dalle falde acquifere del Magra) in nome di un' idea di sviluppo , basata sulla crescita infinita ad ogni costo ,alla ricerca sfrenata del profitto a discapito di molti e a vantaggio di pochi. L' altra storia riguarda il Lavoro, in nome del quale spesso si attivano scelte poco edificanti , sotto la spinta del ricatto occupazionale.Negli anni 80 l' azienda Inter marine, nella quale erano impiegati un centinaio di lavoratori addetti a costruzioni navali sulla sponda del fiume Magra, chiese la realizzazione di una campata mobile sul ponte della Colombiera per permettere il transito dei caccia mine che, una volta assemblati all'interno dello stabilimento, non sarebbero potuti transitare sotto il ponte, per la loro altezza. L' azienda, puntando sul ricatto occupazionale, riuscì ad ottenere il consenso da parte di tutti i soggetti in campo: lavoratori, sindacati, partiti politici. In breve tempo, per avvalorare la tesi della crescita occupazionale, arrivò ad assumere fina a 450 maestranze.Una volta ottenuto il risultato desiderato l' azienda, così come fece presto ad assumere , altrettanto velocemente licenziò tutti quei lavoratori , che erano serviti per tale operazione , tornando al numero impiegato inizialmente. Il monito che ci deve venire da questa storia è che occorre valutare bene la situazione prima di avvallare scelte in nome della crescita economica, per non cadere nella trappola del ricatto occupazionale dove con la scusa di posti di lavoro ( problema reale, ma che non può essere sempre usato come una clava) in realtà si legittima qualsiasi operazione anche a discapito del nostro territorio.

Lo sviluppo economico e la riqualificazione della nostra zona è senz'altro un argomento che non può più essere rimandato ma occorre attuare tutti gli sforzi necessari per individuare il giusto equilibrio negli interventi che si andranno ad attuare privilegiando il recupero e la valorizzazione dell'esistente in tutti i settori dell'economia locale: turistico-commerciale, agricolo etc. Non dobbiamo sottostare alla logica del consumo sfrenato del territorio che porta sicuramente a facili guadagni immediati ma che non può essere una risposta adeguata per le generazioni future. Facendo queste riflessioni , non posso non ricordare , quello che è stato per me un Maestro di Vita : il Dott Luigi Biso ,( Presidente di Italia Nostra , Apuolunense) che se fosse ancora tra noi , sarebbe sicuramente attivo e attento come sempre è stato , per la difesa del Nostro Fiume Magra e del territorio Amegliese .



Assessore Ambiente

TORRI GIOVANNI

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