E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





venerdì 31 dicembre 2010

FRANE E ALLUVIONI

COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO STOP GRUPPO DELLA SPEZIA E DI LEGAMBIENTE LIGURIA

Per l’ennesima volta la nostra Provincia è in ginocchio a causa di frane e allagamenti provocati da eventi meteorologici eccezionali.

Ciò nonostante siamo sicuri che da domani si attribuiranno tali fenomeni, oltre che all’eccezionalità degli eventi, a problemi di ordine minore, come la manutenzione mancata o insufficiente del reticolo idrografico minore, di cui spesso si lagna chi dovrebbe provvedervi , come in alcuni casi ha fatto l’Ente Canale Lunense.

Nel contempo, al contrario, si rimuovono consciamente o inconsciamente i motivi storici e primari di tale situazione derivanti dal cattivo uso del territorio fatto in questi decenni, mentre ci si accontenta di far leva sull’immaginario collettivo della popolazione, spesso ostile alla vegetazione fluviale o spaventato dalla presenza di cumuli apparenti di materiale inerte.

In realtà nel nostro territorio si è invece costruito troppo, sia in termini civili che commerciali che industriali, e ancora si vorrebbe costruire, a vedere i Piani Urbanistici e a sentire i progetti di sviluppo illimitato sbandierati dai nostri politici, e inoltre si è costruito male e dove non si doveva costruire.

Riguardo agli allagamenti, essi sono provocati dal fatto che canali e torrenti non hanno spazi sufficienti di espansione delle piene, soffocati come sono da edifici e vie di comunicazione, entrambe i quali oltretutto impermeabilizzano il terreno riducendo l’assorbimento delle precipitazioni; A Romito Magra un torrente è esondato prima di una tombinatura, male questo frequente in Liguria, dove spesso si è pensato di recuperare spazi tappando i torrenti! Quanto al Calcandola a Sarzana, all’entrata in area urbana lo spazio dell’alveo di piena si riduce drasticamente, e ciò è chiaramente un frutto velenoso della contemporaneità, perché il centro storico è distante dal torrente.

Per ciò che attiene le frane sono anch’esse figlie del dissesto idrogeologico, frutto sì dell’abbandono nei decenni delle fasce terrazzate, ma anche e soprattutto del fatto che esse non sono state sostituite da un’opera capillare di rimboschimento con specie ad alto fusto ed elevata capacità di trattenimento del terreno; vi è poi l’eccessiva edificazione in collina con le numerose strade costruite per raggiungere gli edifici, che impermeabilizzano e destabilizzano il terreno.

La soluzione sta da un lato nel ridare spazio agli alvei di canali e torrenti, secondo le linee guida oltretutto già elaborate nel Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di bacino, magari sacrificando una buona volta qualche fabbricato, da ricollocare altrove e, da un altro, nell’intervenire sui versanti collinari con opere di rimboschimento, ma anche di prevenzione di nuove costruzioni: in Val di Magra si deve immediatamente bloccare l’edificazione in collina, e provvedere a una moratoria della stessa anche in pianura.

Forse i nostri politici e Amministratori anziché illudere il Cittadino, in questo difficile periodo storico, con vane promesse di sviluppo senza fine, farebbero bene a entrare nell’ottica dello sviluppo ecosostenibile o, in certi casi, addirittura in quello di una decrescita felice, varando d’ora in avanti Piani Urbanistici a “impatto zero”.

Il Presidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti

Il Portavoce del Movimento Stop al Consumo di Suolo Sez. Della Spezia Roberto Mazza

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