di Piero Baria
1. Un piano per uno sviluppo sostenibile non pone l'obiettivo del blocco del consumo di suolo qui e ora , si pone l'obiettivo del contenimento sostanziale con l'obiettivo finale dell’azzeramento, del consumo di suolo, prevedendo anche adeguate compensazioni per gli eventuali nuovi consumi non evitabili.
La sostenibilità del piano si concretizza,quindi, attraverso una pianificazione comunale tesa a limitare ogni nuovo processo di “diffusione insediativa”, ovvero di edificazione a bassa densità nel territorio extraurbano, anche se a diretto contatto con l’area urbana, prevedendo l’adozione generalizzata di soluzioni urbanistiche per i nuovi insediamenti ispirate al modello della “città compatta”, con altezze e densità adeguate
2. Nel capitolo Un piano per la sicurezza e l’integrità del territorio e del paesaggio l'obiettivo principale del NPUC non è quello di predisporre un piano di ricollocazione di tutti gli insediamenti che ricadono in zone sottoposte a vincolo idrogeologico, ma, quello di consolidare, con l'attivazione di opere di difesa necessarie alla limitazione dei rischi e come tema paesaggistico, le attività ed attrezzature presenti lungo il corso del fiume Magra e di accertare la compatibilità di (nuovi )interventi con la sicurezza idraulica del territorio e subordinando, ove necessario, l’attuazione di talune previsioni alla realizzazione di infrastrutture, opere o servizi per il sicuro uso e utilizzo delle stesse .
3. Nel capitolo Rafforzamento delle centralità territoriali e locali (Frazioni e periferie storiche) il NPUC prevede specifici programma urbanistici per quelle realtà in cui dovrà essere più esplicito il processo di identificazione., da leggersi come nuova urbanizzazione e consumo di suolo sia pure in funzione di un più forte riconoscimento identitario dei nuclei esistenti.
4. Nella formazione del NPUC non obbligatoriamente si devono confermare tutte le trasformazioni urbanistiche avviate dai piani e programmi precedenti ritenute strategiche per lo sviluppo insediativo ed economico della città stabilito che non esiste alcun “diritto all'edificabilità” da parte del proprietario né se questi è stato in precedenza gratificato da una previsione edificatoria poi cancellata, e neppure se, sulla base di quella previsione aveva ottenuto l’approvazione di un piano di lottizzazione convenzionata e aveva stipulato con il comune i relativi atti.
5. Considerando il Progetto Marinella una trasformazione urbanistica di valenza sovra comunale la valutazione sulle ricadute economico/ambientali non può fermarsi al confine del comune di Sarzana. Dal punto di vista del consumo di suolo se appare,in termini percentuali, irrisorio, (meno dell'1% calcolato sul totale dell'area agricola -Masterplan 2009-) in realtà, è un progetto, in rapporto alle aree urbanizzate del comune di Ameglia, con un consumo di suolo non affatto irrisorio essendo circa 234500mq la superficie consumata per insediamenti commerciali/artigianali/residenziali/turistici e per i servizi alla nautica.
6. I piani e i programmi urbanistici che si sono succeduti nel tempo hanno tutti vanamente tentato di far sviluppare Sarzana lungo la Via Muccini e il fallimento di tali tentativi ha contribuito non poco a determinare la diffusione urbana nelle nostre campagne (i quartieri di Nave, Bradia, Sarzanello, principalmente). IL processo di diffusione urbana nelle nostre campagne non è un accidente conseguente il fallimento degli obiettivi dei piani e programmi urbanistici che si sono succeduti nel tempo, ma, il risultato consapevole delle indicazioni politiche alla base degli stessi piani urbanistici.
7. Nel capitolo 1.5 si dedica molto spazio alle pratiche della compensazione e perequazione urbanistica. La questione del consumo di suolo è intimamente legata ad un pilastro teorico dei piani urbanistici “la compensazione”,attraverso questo meccanismo si è aumentato esponenzialmente il consumo di suolo.
L'abbandono di questo meccanismo può garantire una reale svolta per la costruzione di un piano urbanistico sostenibile.
8. Anche la pratica della perequazione ( attribuzione di un indice lordo di edificabilità omogeneo all’interno di ampie zone di trasformazione individuate dal piano, con contestuale concentrazione dell’effettiva edificabilità su singole sub-aree e cessione gratuita di altre aree al Comune), in una situazione di stato di crisi urbana e di un territorio senza qualità, non rappresenta una opportunità ma la continuità di un modello di governo del territorio che si vorrebbe abbandonare.
9. IL NPUC non persegue realmente il blocco di quel processo deleterio di diffusione insediativa, che ha sfigurato l'area periurbana di Sarzana. La salvaguardia delle aree agricole periurbane che costituiscono un importante elemento di pregio, il recupero ed il sostegno di una presenza vitale ed innovativa del presidio agricolo nel territorio aperto residuo, il recupero di ciò che forme improprie di urbanizzazione hanno compromesso. non passa attraverso meccanismi già sperimentati (perequazione/compensazione) con insuccesso, ma, attraverso l'imposizione di vincoli “ricognitivi” e “urbanistici”. Non esiste impedimento giuridico alla individuazione da parte dei comuni, di aree da sottoporre a tutela per motivi connessi ai valori culturali, archeologici, storici, paesaggistici (con specifico riferimento al paesaggio agrario) o a situazione di fragilità e di rischio. Non esiste impedimento giuridico a vincolare per utilizzazioni pubbliche (a sottoporre quindi a vincolo urbanistico) aree già sottoposte a vincolo ricognitivo.
10. Nel capitolo 2.6 Potenziamento e consolidamento delle attività e dei servizi, non ci pare che il NPUC affronti il problema delle conseguenze, della trasformazione e consolidamento della variante in strada mercato, dal punto di vista dei volumi di traffico, dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, della vivibilità complessiva degli insediamenti residenziali.
Al contrario il NPUC nel perseguire le politiche di potenziamento, consolidamento e valorizzazione dei sistemi territoriali che ospitano tali attività, attraverso il coinvolgendo di altre componenti quali l’abitabilità, l’accessibilità e la sosta, sembra puntare ad ulteriori interventi urbanistici in “compensazione” della valorizzazione di tali sistemi territoriali.