E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





mercoledì 1 febbraio 2012

Sul fiume per il fiume. Seminario con Pino Sansoni a Fiumaretta organizzato dal Movimento Stop

di Roberto Mazza
Grande partecipazione al dibattito organizzato a Fiumaretta dal Movimento Stop al Consumo di Territorio sul tema "Foce del Magra e alluvione, quali soluzioni per la prevenzione", ospiti dell'hotel Stella del Magra. Circa 150 i partecipanti hanno ascoltato l’articolata e chiara relazione tecnica del Dott. Pino Sansoni, biologo e naturalista, tra i nostri studiosi più competenti in questo campo. Dopo aver esposto una approfondita e circostanziata analisi delle cause dell’alluvione nel basso Magra ha discusso sulle possibili soluzioni per la prevenzione di nuovi eventi calamitosi e gli eventuali interventi per una riduzione del danno. Per preparare la conferenza il biologo ha effettuato sopralluoghi lungo la foce interloquendo con numerosi cittadini, operatori nautici, agricoltori di Ameglia, Bocca di Magra e Fiumaretta, raccogliendo dati, pareri, informazioni.

La sistematica esposizione dei risultati dello studio, assieme alle immagini di come il fiume si è trasformato nei secoli a causa di eventi naturali (e più recentemente a causa della scellerata mano dell'uomo), ha lasciato i partecipanti attoniti, trasformando le preannunciate polemiche "antiambientaliste" dei residenti in un generale sentimento di corresponsabilità sui danni che tutti noi (cittadini, tecnici e amministratori) abbiamo determinato all'ambiente in particolare dagli anni '50 (data di nascita dell'insensato agglomerato urbano di Fiumaretta), sfidando le naturali leggi della natura, ed il buon senso di chi per secoli ha ben convissuto col fiume rispettandolo. L'arroganza, la voracità costruttiva e gli interessi privati hanno fatto il resto. Le soluzioni non potranno essere l'abbattimento e la delocalizzazione degli stabili, ma neppure l'innalzamento di smisurati e antiestetici argini; forse neppure i canali scolmatori troveranno spazio per via di costi eccessivi e opposizione degli stessi abitanti, agricoltori, paesaggisti e studiosi (il geologo Raggi intervenendo li ha definiti folli e pericolosi anche per via della salita del cuneo salino); dragaggi ed escavazioni risultano i più scientificamente inutili, costosi ed anche dannosi. Nonostante i 27 sindaci referenti territorialmente abbiano posto istanza alla Regione per il nulla osta al dragaggio. Altrettanto inutile, e forse addirittura controproducente, il taglio della vegetazione negli alvei.

Informazione corretta, pensiero scientifico, confronto democratico, stimolo partecipativo sono stati gli elementi caratterizzanti questa giornata di studio coordinata da Silvia Minozzi del movimento Stop, cui la storica dell'arte Angelica Polverini ha contribuito con una breve ma affascinante storia del fiume nei millenni. La giornata è stata chiusa dall'ex assessore all'ambiente Gianni Torri, sospeso dal suo incarico dal Sindaco Galazzo, la cui amministrazione brillava ancora una volta per la sua incomprensibile assenza.

2 commenti:

  1. Alessandro Poletti, Legambiente2 febbraio 2012 alle ore 13:25

    Lo scolmatore bagnato è sicuramente dannoso: uno scolmatore secco o semi secco (con piccolo canale centrale non navigabile di intercettazione delle acque dei canali della piana...) potrebbe essere fattibile. Di sicuro sarebbero dannosi per l'ecosistema fluviale, e quindi, vista l'interrelazione tra ecosistema e sistema idraulico, anche per gli equilibri idrogeologici, gli invasi a monte (da non confondersi con le casse di laminazione...) proposti dal Geologo Raggi, il quale dimostra che essere dei luminari in un o specifico campo, come è Lui, non significa necessariamente essere in grado di avere una corretta e interdisciplinare visione complessiva dei problemi!

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  2. Alessandro Poletti, Legambiente2 febbraio 2012 alle ore 13:52

    Il Canale Scolmatore secco o semi secco sarebbe anche... coltivabile!

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