E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





lunedì 6 settembre 2010

Settis leader della battaglia contro la cementificazione del paese .

(Fonte immagine: cittadellaspezia.it)

Guarda o ascolta l'intervento al link del Festival della Mente

Salvatore Settis ha aperto la settima edizione del Festival della Mente con la lectio magistralis dal titolo: “Paesaggio come bene comune, bellezza e potere”. Con una relazione toccante, profonda, dettagliata, competente e, in certi passaggi, profondamente angosciante, ha ricordato a tutti i presenti la bellezza e il valore estremo del territorio italiano, considerato dai più grandi artisti dei secoli passati come un insieme di luoghi mirabili capaci di suscitare emozioni a volte così intense da non poter essere osservati dal vivo, ma solo in riproduzioni; ha descritto la distruzione operata negli ultimi vent’anni da una politica miope e da una logica puramente speculativa e si è infine appellato al senso di responsabilità individuale affinché ciascuno in prima persona si attivi per difendere il territorio in quanto bene comune, diritto di tutti e in particolare delle future generazioni.

In una breve ma dettagliata introduzione storica ha ricordato come nei secoli passati in Italia il paesaggio sia stato sempre considerato un bene comune , un diritto per tutti i cittadini ma anche una fonte di benessere e godimento per i cittadini e come questo concetto avesse informato l’attività legislativa di molti governi ( pontifici, liberali, fascisti) . Ha citato le leggi emanate in difesa del territorio da Giolitti, Benedetto Croce, Bottai ; il contributo dei padri della Costituzione Marchese, Moro, Dossetti nella elaborazione dell’Articolo 9 della Costituzione Italiana che “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

E’ passato poi ad elencare con agghiacciante brutalità i dati relativi alla distruzione del territorio operata negli ultimi decenni. Citando i dati dei più recenti rapporti ISTAT , WWF, ISPRA ha denunciato che in 15 anni sono state sottratte all’agricoltura e in gran parte cementificate l’equivalente di tre regioni italiane su venti mentre la popolazione è rimasta sostanzialmente stabile. Ha ricordato che la Liguria è al primo posto, seguita dalla Calabria, per quanto riguarda il consumo di suolo e che, se verranno costruiti tutti i porti turistici progettati e che si andranno ad assommare ai 50 già esistenti, la Liguria avrà un posto barca ogni 30 abitanti. “Siete così ricchi- ha chiesto alla platea- da poter possedere tutte queste imbarcazioni”?

Ha ricordato che il terreno agricolo e boschivo è per l’umanità fonte di cibo, ossigeno e tutela dal dissesto idrogeologico e che i danni che si arrecano coprendolo di cemento sono danni perenni perché occorrono centinaia se non migliaia di anni prima che un terreno cementificato possa divenire nuovamente fertile.

Ha denunciato il cosiddetto “inquinamento antropico” cioè la sofferenza psichica e psicologica indotta dal degrado dell’ambiente in cui le persone sono costrette a vivere e in cui non riconoscono più la loro storia e la loro identità . Secondo un recente studio sembrerebbe che il 30% dei casi di schizofrenia sia attribuibile all’ambiente degradato in cui le persone sono costrette a vivere.

Ha ricordato con forza che è dovere della nostra generazione tutelare il paesaggio e l’ambiente per le generazioni future, per poter consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti ciò che noi abbiamo ricevuti dai nostri genitori, e cioè la possibilità di godere delle meraviglie del paesaggio e di condurre un’esistenza armoniosa in un ambiente sano .

Ha infine concluso ricordando nuovamente che secondo la Costituzione Italiana “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” , che “ La sovranità appartiene al popolo “ e che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” .

Ha chiuso il suo intervento dicendo: “ fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Tutti noi siamo, o posiamo essere, quella foresta” .

Silvia Minozzi

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