E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





lunedì 11 aprile 2011

La posizione di Legambiente sul rinnovo Organi del Parco di Montemarcello

Vogliamo intervenire nella querelle riguardante il rinnovo degli Organi del Parco di Montemarcello – Magra, dalla modifica Statutaria per ridurre il numero di Consiglieri fino alla nomina del nuovo CdA e del nuovo Presidente.

Nel caso delle modifiche Statutarie sembrerebbe esservi una chiara forzatura della Regione Liguria che, di fatto, priva i Consigli di Parco della possibilità di autodeterminare la composizione degli Organi degli Enti: infatti tale autodeterminazione è in modo esplicito prevista nella Legge Quadro 394/1991 al Capitolo sui Parchi Regionali, e il fatto che la Regione abbia condizionato gli statuti una composizione standardizzata per tutti viola, di fatto, tale principio; secondo noi la Regione avrebbe dovuto solo imporre la riduzione a cinque consiglieri, come previsto dalla Norma Finanziaria Nazionale.

Riguardo invece al caso della futura composizione del Consiglio di Parco, al di là di fatti formali e di diritto, esiste una motivazione di opportunità e di corretta gestione di un bene territoriale della natura di un Parco, che rende a nostro parere scorretto il solito balletto delle nomine riguardanti il futuro nome del presidente del Parco.

Il Presidente, come anche i Consiglieri, di un Ente Parco, non sono semplici incarichi politici: non si può fare a meno di nominare, in un Ente come un’Area Protetta, delle persone che dimostrino, nel loro curriculum vitae politico, di avere una particolare attenzione e sensibilità verso il benessere dell’ambiente, gli equilibri ecologici, la bellezza naturale e paesaggistica.

In un Parco come il Montemarcello - Magra, poi, così tanto nel mirino di interessi politici ed economici spesso alieni alle sue funzioni, non è proprio opportuno che siedano nel consiglio esponenti delle Giunte ed anche gli stessi Sindaci dei Comuni che lo compongono –come purtroppo è già avvenuto nel passato.

Le amministrazioni del resto hanno già uno spazio di loro pertinenza che è rappresentato dalla Comunità del Parco. Inoltre non dobbiamo dimenticarci che i Parchi sono stati creati per gestire la tutela ambientale di delicati habitat : per questo sono Enti sovraordinati sia alle Province che ai Comuni che non hanno dimostrato di avere sufficienti competenze per gestire situazioni ambientali così complesse come quelle delle aree protette .

Invitiamo perciò sia la Regione che la Comunità del Parco a operare la scelta di nomi, tecnico – politici, qualificati e qualificanti con la propria storia della difesa di un territorio delicato e cruciale per gli equilibri naturali dell’intera Lunigiana storica, e quindi di astenersi dalla scelta di nomi in base all’appartenenza o agli equilibri politici e in base a interessi dissonanti con le reali finalità del Parco.

Il Presidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti

Il Responsabile Aree Protette di Legambiente Liguria Alessandro Poletti

Nessun commento:

Posta un commento