Le ipotesi di vendita, accorpamento delle strutture e realizzazione di nuovi plessi scolastici rinnovano grande perplessità per l'inconsueto modello scelto per la pianificazione di strutture che rivestono importanza a scala urbana ed extraurbana.
Nuovamente viene scelto il metodo di lanciare ipotesi su nuovi assetti rilevanti per il territorio sarzanese, evitando una riflessione seria e partecipata per quale tipo di città auspichiamo e su quale modello di sviluppo ci si voglia dirigere.
Siamo consapevoli che è urgente trovare soluzioni e quindi effettuare scelte, ma per evitare pasticci ed errori - peraltro irrecuperabili e costosi - è opportuno porre mano al nuovo strumento urbanistico comunale; non è possibile pensare al territorio come a singoli pezzi dove le iniziative si susseguono solo per le emergenze o per le necessità (sempre urgenti) di investimento dei privati.
Quindi l'urbanistica on demand - sia per l'emergenza sia per il privato - non può essere alla base del governo della città, non sostiene l'economia, crea solo incertezza e disorientamento.
Abbiamo la sensazione che qualcuno pensi che avviare il futuro PUC possa creare scompiglio, raffreddare gli investitori potenziali e congelare le procedure di variante, grazie alle quali si sono generati migliaia di metri cubi di edificato, anche se oggi non è totalmente utilizzato e in alcuni casi anche non terminato.
L'altro ieri Marinella, ieri i Bozi, oggi le scuole, ... sono temi che meritano un approccio più serio, responsabile, realistico e corretto anche nei confronti degli investitori privati interessati; uno degli obiettivi principali nel programma elettorale dell'attuale Amministrazione era il nuovo PUC: stiamo ancora aspettando.
Pensiamo che sia giunto il momento, anche per la crisi che morde pesantemente il nostro territorio, avviare procedure, studi, consultazioni e discussioni sia politiche che culturali. Sarzana ha necessità di traguardare e subito di tracciare i lineamenti di un futuro il più possibile definito e non casuale: pensiamo che i tempi siano più che maturi.
Movimento Stop al Coonsumo di Territorio
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