E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





sabato 1 ottobre 2011

Appello ai sindaci per il Parco

Cari sindaci,


esiste un dato recente, ossia quello derivato dal 6° censimento generale dell’agricoltura: nello spezzion le aziende agricole sono scese dalle 8.508 del 2000 alle attuali 2.771, con un calo percentuale pari a 67.43%, mentre la superficie agricola utilizzata è diminuita da un totale di 63.835 a 43.033 ettari; la vera emergenza è rivitalizzare l’attività agricola e agrituristica all’interno del territorio del Parco, assicurando così una concreta e diffusa opportunità di lavoro e di permanenza degli abitanti nel loro territorio d’origine. I giovani, oggi più di ieri, hanno bisogno di opportunità concrete e soluzioni durature nel tempo. Le nuove scelte della politica devono essere fatte con la cultura della serietà e non con quella dell’affarismo, i cui risultati drammatici sono evidenti a tutti.

Abbiamo già scritto in molti sugli indicatori di competenza necessari ad un futuro candidato al consiglio del Parco ed al Presidente. In un momento così delicato per il futuro del nostro territorio, il Presidente, oltre che essere colto e onesto (prerequisiti che non ci dovrebbe essere bisogno di richiamare) deve essere in grado, con la sua storia, di essere garante del rispetto formale e sostanziale delle ragioni fondative dell'Ente. Egli dovrà e potrà non solo tutelare al meglio quel patrimonio inestimabile (che è il Parco di Monte Marcello, del fiume Magra ed in parte del fiume Vara - e che ricordiamo ai sindaci è “bene comune” e risorsa agricola, turistica e paesaggistica per tutti) dalle “infiltazioni” cementizie di speculatori privati, ma altresì interagire con i due imponenti progetti costruttivi che incombono in quelle aree (Marinella e Bozi) affinché gli esiti non siano laceranti per il paesaggio e deprimenti per un’economia agro-turistica sempre più proiettata verso la Bio-eco-sostenibilità dei luoghi.

Roberto Mazza
per Stop al Consumo di Territorio
La Spezia

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