E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





martedì 1 novembre 2011

ANCHE SARZANA VERSO LO STOP AL CONSUMO DI SUOLO?

Sarzana, 30 ottobre 2011


Leggiamo con piacere che il sindaco di Sarzana Massimo Caleo, in vista del tanto atteso rinnovo del PUC, ha finalmente deciso di far sue le richieste che da sempre i comitati locali e le organizzazioni ambientaliste chiedono a gran voce: urbanistica partecipata e confronto con i cittadini fin dalle prime fasi della pianificazione, minor consumo possibile di suolo libero agricolo o boschivo, stop alle nuove costruzioni in periferia, recupero e riutilizzo delle aree già edificate.
I cittadini e i movimenti locali sono riusciti a far sentire la loro voce e l’amministrazione sembra essersi finalmente resa conto che “ci sono fasi della storia in cui c’è bisogno di fermarsi un attimo e riflettere, e questa è una di quelle”, come ha dichiarato lo stesso Sindaco. E i recenti disastri causati da piogge eccessive ma sicuramente enormemente amplificati dalla cementificazione selvaggia, dall’incuria e dall’abbandono dei terreni agricoli e boschivi, rendono a nostro avviso tassativo, anche da un punto di vista etico e morale, lo stop a tutti i progetti in attesa di una attenta, finalmente lungimirante, circostanziata valutazione del rapporto costi benefici della cementificazione e dell’abbandono dell’agricoltura.

Resta da capire – dice il Sindaco – dove trovare i fondi per fare fronte alle spese correnti e alle opere di urbanizzazione non realizzate, spese per le quali fin’ora venivano utilizzati gli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione, secondo quel meccanismo perverso causa dello scellerato consumo di territorio dell’ultimo decennio, secondo il quale i Comuni svendevano un bene comune e finito, il territorio, per ottenere i denari per far fronte alle spese correnti, per definizione infinite.
In qualche modo deve pure essere possibile però, visto che Sarzana non è certo il primo Comune d’Italia a muoversi, per ora solo nelle buone intenzioni, in questa direzione.
I Comuni lombardi di Cassinetta di Lugagnano, Solza, Pregnana Milanese, Ozzero e Ronco Briantino hanno adottato un piano regolatore «a crescita zero». A Cassinetta, in cui il piano di governo del territorio «a crescita zero» è in vigore dal 2007, il sindaco Domenico Finiguerra riesce a tenere in piedi il bilancio con rinunce a ciò che non è indispensabile (niente staff per il sindaco, niente auto comunali blu, al massimo delle Panda, niente eventi se non sono sponsorizzati) e poi dedicando molto tempo alla stesura di progetti per la partecipazione a bandi di finanziamento pubblici e privati. «Solo per la nuova scuola dell’infanzia abbiamo acceso un mutuo da un milione di euro, coperto con l'aumento di un punto dell’Ici sulle seconde case, sui capannoni e sulle attività produttive. Una sorta di tassa di scopo», spiega Finiguerra. La fonte di introito più originale a Cassinetta è però quella dei matrimoni: in Comune ci si può sposare anche a mezzanotte, e sindaco e consiglieri vanno a celebrare le nozze ovunque gli sposi vogliano: il paese è pieno di ville settecentesche sul Naviglio che possono essere affittate per il ricevimento. Ovviamente, le tariffe sono elevate, ma questo ha portato nelle casse comunali quasi 20 mila euro l'anno scorso.

Potrebbe anche Sarzana fare cassa sfruttando le proprie bellezze paesaggistiche e architettoniche invece che devastando quel che ancora di bello rimane?

Silvia Minozzi
Movimento Stop al Consumo di territorio, gruppo della Spezia

1 commento:

  1. Una dichiarazione di intenti che avrebbe bisogno di azioni coraggiose: stop al piano Botta, stop a Tavolara i cui effetti impattanti sono ancora tutti da verificare,visto che deve essere ancora posto il primo mattone.

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