E' necessaria un’autentica rifondazione della pianificazione: che metta fine alla crescita quantitativa e punti invece sulla riqualificazione-trasformazione delle città, sul ricupero-risanamento dei centri storici, sulla ristrutturazione delle periferie e sulla rigorosa salvaguardia del territorio non ancora urbanizzato.

Antonio Cederna





giovedì 8 dicembre 2011

Sull'alluvione. Intervento dell'Assessore all'Ambiente di Ameglia Gianni Torri

Gli eventi calamitosi dello scorso 25 ottobre che hanno interessato anche il nostro territorio; sebbene non abbiano causato, fortunatamente, morti o danni irreparabili,hanno lasciando dietro di sé desolazione ed esasperazione anche perché si tratta della 4° esondazione in due anni che colpisce con violenza i nostri territori.
Affrontare l'aspetto della sottrazione di vaste aree funzionali alle naturali esigenze del fiume, significa proporre un vasto piano di protezione degli abitati e contemporaneamente bloccare qualsiasi nuova programmazione di espansione residenziale nelle aree a rischio idraulico anche se soggette ad opere di mitigazione del rischio (arginature)
A questo proposito, mentre rilevo una forte consapevolezza del presidente della regione toscana rossi che ha firmato un'ordinanza che definisce vincoli e blocchi agli interventi urbanistici ed edilizi nei comuni colpiti dal maltempo del 25 ottobre scorso , non mi pare di rilevare lo stesso atteggiamento da parte del presidente Burlando.
Spero solo che ciò sia dovuto alla estrema gravità della situazione della Liguria che ha richiesto una diversa scala delle priorità .
Confido comunque che il presidente burlando adotti tutte quelle misure che blocchino la realizzazione di tutti gli interventi già programmati nelle aree sottoposte ad esondazione. tra l’altro voglio ringraziare l’assessore ambiente Briano che si è espressa con forza per bloccare la costruzione dell’outlet di Brugnato .
Come gruppo della sinistra chiediamo un’accelerazione nell’avvio delle opere delle arginature del tratto focivo e l’attivazione contestuale di tale misura preventiva anche nel tratto di sponda che va dal canale Bettigna al ponte della Colombiera su ambo i lati del fiume dove ancora non e’ previsto nessun sistema di prevenzione.
Se vogliamo dare risposte concrete ai nostri cittadini non possiamo fermarci alle pur necessarie proposte di mitigazione del rischio, perché l’entità dell’ultimo evento calamitoso ci pone di fronte alla necessità di un’analisi più approfondita del problema.
Tali accadimenti non sono dovuti al caso: il nostro comune fa parte di quel 98% di territorio ligure definito ad alto rischio idrogeologico.
Gli esperti del settore sono concordi nell’individuare una serie di cause alla base del problema:
- Innanzitutto il cambiamento climatico : oggi in poche ore cade tanta pioggia quanta ne cadeva generalmente in un mese.
- Il clima però deve fare i conti con l’eccessiva cementificazione dei suoli che, nel caso del bacino del magra, ha interessato ampie zone che un tempo fungevano da aree di espansione del fiume, cio' ha comportato, restringendone il corso, un conseguente aumento della potenza distruttiva dell'onda di piena.
Questo e’ il frutto di una politica avvelenata , a nostro avviso, sbagliata, che ha visto nell’edilizia l’unico “ sviluppo” possibile sia in relazione ai vantaggi in termine di facile consenso elettorale, sia in relazione alla necessità di sopperire al taglio dei trasferimenti statali attraverso il ricorso agli oneri d’urbanizzazione.
Anche l'istituzione dell'autorità di bacino con il relativo piano in cui venivano individuate e normate le aree esondabili e' stata vissuta dai diversi amministratori non come un valido soggetto funzionale al governo delle aree di competenza fluviale, ma come un'ultriore intralcio alla autonomia delle varie amministrazioni che governano i territori. E' emblematico il caso del sindaco di Podenzana che il giorno prima dell'entrata in vigore del piano di bacino firma concessioni edilizie in piena area esondabile.
Cosi e' nata bagni di Podenzana, area urbanizzata fortemente colpita dall'evento alluvionale del 25 ottobre
La politica deve dire basta a tutti quei progetti che ancora oggi insistono nelle aree golenali, ne cito qualcuno:outlet di Brugnato, centro commerciale di romito magra, progetto dell’area Bozi a Sarzana, Senato Park, ampliamento area artigianale S. Stefano Magra., area artigianale D2 ad Ameglia, darsene e relative zone residenziali del progetto Marinella.
La nostra e’ una riflessione di buon senso, un grido d’allarme: si consideri che per la realizzazione di tali progetti verranno poste in essere le relative arginature di protezione togliendo ulteriore terreno esondabile al fiume con il conseguente aumento della portata e della velocità dell’acqua che arriverà alla foce; a quel punto nessuna opera di messa in sicurezza potrà salvarci.
Sarebbe utile uno studio da parte di esperti, con relativa simulazione, che mostrasse cosa potrebbe succedere alla foce se si intervenisse in quelle aree dove il 25 ottobre il fiume è esondato, facendo le relative arginature .personalmente penso che Fiumaretta e bocca di magra avrebbero dei gravissimi danni ; molto superiori a quelli avuti in questa circostanza .
Ogni singola amministrazione non può mettere le mani sul magra senza tenere conto della ricaduta che le sue azioni possono avere sui comuni più a valle.
Per ovviare a tutto ciò è necessario, come i cittadini chiedono a gran voce, un ente sovraordinato che controlli gli interventi su tutto il bacin0 del magra e del vara.
Per evitare ulteriori costi in un momento così difficile sarebbe sufficiente dare pieni poteri decisionali ed esecutivi a enti di fatto già esistenti quali le autorità di bacino o i distretti di bacino.
- Altra causa palese alla base del fenomeno alluvionale risiede nel degrado del territorio: le alte e basse colline, gli alvei dei fiumi, i torrenti, le campagne non vengono più manutenuti come un tempo a causa dell'abbandono e dall'assenza di investimenti per la manutenzione e la salvaguardia dell'ambiente.

Per questi motivi occorre dare incentivi ai giovani affinché trovino nel settore primario sbocchi occupazionali che permettano loro di vivere decorosamente. sicuramente ridare valore alla terra e all’agricoltura potrebbe evitare molti danni .
Allo stesso tempo, si deve invertire la logica degli interventi finanziari, passando dalla emergenza alla prevenzione con notevole risparmio di risorse. visto che con la politica dell’emergenza si rischia di entrare in situazioni poco chiare ed edificanti come le vicende dell’Abruzzo sono a testimonianza . la più importante opera pubblica per il nostro paese dovrà essere nei prossimi mesi la prevenzione e la messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico.
Nell’ambito della pulizia e manutenzione degli alvei e' necessario effettuare la rimozione costante del materiale sovralluvionale ,permesso già dalle norme attuative dell’autorità di bacino, che accumulandosi, può impedire il deflusso regolare delle acque.
La sabbia può essere utilizzata per la realizzazione delle stesse arginature o utilizzata,per il ripascimento del litorale.
La rimozione delle piante morte andrebbe fatta regolarmente e non solo dopo gli eventi calamitosi , magari attingendo personale fra i cassaintegrati o disoccupati .

Chiediamo e ci attiveremo affinché, vengano presi in esame tutte le soluzioni proposte dall'autorità di bacino: dalle casse di espansione a monte, al canale scolmatore asciutto alla foce(,nel momento che questa ipotesi fosse l’ultima soluzione possibile ) comprese tutte le azioni di mitigazione del rischio residuo attraverso interventi di adeguamento urbanistico delle abitazioni particolarmente vulnerabili. a tal proposito,visto i tempi lunghi per la realizzazione delle prime opere di messa in sicurezza ,chiedo al mio collega all’urbanistica di portare quanto prima in giunta una proposta per dare la possibilità a chi abita al piano terra di trasferire la propria abitazione alluvionata ad un piano superiore.
Vorrei poi chiedere a tutto il consiglio comunale andando oltre le nostre appartenenze politiche di poter predisporre un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo affinché il nostro comune non sia più costretto a pagare prezzi così dolorosi non dipendenti dalle nostre volontà, chiedendo a tutti i comuni che gravitano lungo il magra ed il vara di farsi carico per la loro parte di tutti quei danni arrecati fino a valle .
Chiudo facendo mio un pensiero del famoso giornalista e scrittore, sicuramente non definibile come estremista ambientalista, Indro Montanelli che, pochi mesi prima della sua morte scriveva queste riflessioni sulla Liguria: “Della distruzione della vostra riviera e’ responsabile tutta la vostra classe dirigente, non soltanto quella politica. Ne sono responsabili quella imprenditoriale, quella finanziaria, quella mercantile, quella alberghiera. Tutti, anche il cosiddetto uomo della strada; tutti abbacinati dall’irruzione dei cantieri, fabbriche di miliardi e di posti di lavoro; dalla speculazione edilizia che prenderà d’assalto il promontorio dando agl’indigeni la grande occasione di arricchirsi con un orto. che pacchia! Una pacchia che durerà sei, sette, dieci anni, per poi ridurre questo angolo d’immeritato paradiso alla solita colata di cemento e di asfalto.” Ed io aggiungo di fango!

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